Lettera aperta di FraSole

al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

 
Diritto al voto. Prima e sempre la Costituzione...
Caro Presidente

Come è noto Ella è tutore e garante della Costituzione. Le chiedo da cittadino che ha un alto senso del giusto e che ha avuto l’onore di far parte del collegio giudicante della Corte d'Appello di Palermo I civ. nella qualità di Componente Esperto:

se è vero che l’Italia è una Repubblica democratica (art.1) e tutti i cittadini devono poter partecipare alla vita dello Stato;

se il tipo di democrazia scelto dalla Costituzione è prevalentemente quella rappresentativa, vale a dire: i cittadini scelgono periodicamente i propri rappresentanti che esercitano il potere sovrano al loro posto;

se la partecipazione dei cittadini si svolge prevalentemente attraverso le elezioni;

se condivide che la conquista del diritto di voto per tutti, raggiunta nel 1946, non può essere mortificata da vizi di forma o cavilli burocratici che in qualsiasi modo possano impedire l’esercizio della volontà popolare e il rispetto del Diritto di voto,

Ella, On. Presidente della Repubblica, è chiamato a fare rispettare il dettame costituzionale prima ancora che le norme e i regolamenti allorquando queste, per qual si voglia motivo, più o meno legittimo, dovessero produrre, ipso facto, l’esclusione dalla competizione elettorale di forze politiche capaci di poter garantire il confronto democratico fra i diversi schieramenti.

E’ doveroso ritenere che risulterebbe un grave attacco alla Costituzione democratica, invitare gli elettori, nelle varie competizioni elettorali, ai vari livelli di rappresentanza (oggi in Lombardia e nel Lazio e domani chissà dove), ad esprimersi solo per uno schieramento politico perché l’altro è stato decimato da vizi di forma e cavilli burocratici.

Credo che risulterebbe oltremodo oltraggioso nei confronti del rispetto che si deve alla Costituzione italiana, sempre invocata, favorire e quindi consentire, a qualsiasi livello delle responsabilità istituzionali, l’elezione di un solo schieramento facendolo amministrare o governare senza la presenza e il controllo delle forze politiche d’opposizione.

Pur non avendo titolo nè merito, da cittadino che crede nella democrazia, con profonda umiltà e doveroso ossequio, mi permetto di avanzare una ipotesi che potrebbe tornare utile per la risoluzione del problema che tanto La e ci preoccupa. Come buon padre della famiglia di tutti gli italiani, in Italia ed all’estero, insieme al Governo, potreste giungere ad una soluzione Giusta ed equa quale potrebbe essere la proposta di un Decreto con un unico articolo che potrebbe recitare così:

Il Regolamento degli Enti Locali che detta norme sui criteri di ammissione delle forze politiche alle varie competizioni elettorali non può prevalere in ogni caso e per nessuna ragione sul superiore interesse costituzionale di favorire e garantire il necessario confronto politico in campagna elettorale e il controllo democratico sull’attività di governo delle forze elette nelle varie sedi di rappresentanza istituzionale.

Oppure: Il diritto di voto è sancito dall’art. 48 della Costituzione italiana. Esso va difeso e garantito quale irrinunciabile valore a tutela della democrazia prima e sopra ad ogni altra esigenza più o meno legittima.
A tal fine, ogni qual volta che, per problemi di regolamento, si dovesse in qualche modo pregiudicare il libero confronto democratico fra gli opposti schieramenti politici per l’esclusione dell’uno o dell’altro per problemi di forma, a qualsiasi livello di rappresentanza istituzionale la competizione si dovesse svolgere, dovrà prevalere sempre e comunque, la salvaguardia del diritto di rappresentanza dei partiti politici per l’esercizio del diritto di voto da parte dei propri elettori. Nonché la necessità di consentire nelle sedi di rappresentanza istituzionale la creazione di forze d’opposizione per il controllo democratico dell’attività di governo.

Qualunque dovesse essere, comunque, la scelta da Ella adottata, non consegni alla lettera e al regolamento ciò che può consentire al popolo italiano delle regioni interessate, di poter manifestare, nella pienezza della propria libertà, il rispetto del diritto costituzionale ad esprimere il proprio consenso. Diventerebbe una astensione di massa e forzata legittimata dallo Stato. 

Per dovere di giustizia: FraSole 
 


 
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